Questa tecnica, che agisce sul sistema nervoso centrale, aiuta a vincere le dipendenze, a contrastare la depressione, a rallentare l’evoluzione di alcune malattie neurodegenerative, nella riabilitazione da un ictus e anche in presenza del cosiddetto “neurocovid”.
La rTMS consiste nell’applicazione di uno stimolo magnetico che, oltre a poter essere usato per misurare la capacità di conduzione degli impulsi del sistema nervoso, si è scoperto produrre anche effetti biologici positivi. Infatti, grazie a questa tecnica è possibile attivare o ridurre l’attività di aree del cervello coinvolte in vari disturbi. “Lo stimolo ha un effetto immediato sul metabolismo dei tessuti che attraversa, aumentando la vascolarizzazione e il consumo energetico, poi sulla produzione di alcuni neurotrasmettitori e infine sui fattori di crescita del cervello. A seconda delle caratteristiche della persona da curare, bisogna valutare con attenzione la frequenza, la durata e l’intensità dello stimolo e soprattutto identificare l’area o il punto da stimolare, in modo da agire sui circuiti sottostanti implicati nel disturbo” sottolinea il professor Stefano Pallanti, fondatore dell’Istituto di Neuroscienze di Firenze e direttore del Centro Neuroscienze della Salute della Zucchi Wellness Clinic di Monza. La rTMS ripetitiva è dunque una terapia personalizzata, che è tanto più efficace quanto meglio si determinano le aree del cervello bersaglio e l’intensità dello stimolo.