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Stanford Hypnosis Integrated with Functional Connectivity-targeted Transcranial Stimulation (SHIFT): a preregistered randomized controlled trial

Faerman, A.; Vescovo, J. H.; Stimpson, K. H.; Phillips, A.; Gulser, M.; Amin, C.; Nejad, R.; Souza, D. D. De; Geoly, A. D.; Kallionemi, E.; Jo, B.; Williams, N. R.; Spiegel, D.
Abstract:
Hypnotizability, one’s ability to experience cognitive, emotional, behavioral and physical changes in response to suggestions in the context of hypnosis, is a stable neurobehavioral trait associated with improved treatment outcomes from hypnosis-based therapy. Increasing hypnotizability in people who are low-to-medium hypnotizable individuals could improve both the efficacy and effectiveness of therapeutic hypnosis as a clinical intervention. Hypnotizability is associated with dorsolateral prefrontal cortex (DLPFC) functions and connectivity with the salience network, yet there is conflicting evidence as to whether unilateral inhibition of the DLPFC changes hypnotizability. We hypothesized that using personalized neuroimaging-guided targeting to non-invasively stimulate the left DLPFC with transcranial magnetic stimulation (TMS) would temporarily increase hypnotizability. In a preregistered, double-blinded, randomized controlled trial, we recruited a sample of 80 patients with fibromyalgia syndrome, a functional pain disorder for which hypnosis has been a demonstrated beneficial non-pharmacological treatment option. All participants were TMS-naive. Participants were randomly assigned to active or sham continuous theta-burst stimulation over a personalized neuroimaging-derived left-DLPFC target, a technique termed SHIFT (Stanford Hypnosis Integrated with Functional Connectivity-targeted Transcranial Stimulation). We tested our hypothesis using the hypnotic induction profile scores, a standardized measure of hypnotizability. Pre-to-post SHIFT change in the hypnotic induction profile scores was significantly greater in the active versus sham group after 92 s of stimulation (P = 0.046). Only the active SHIFT group showed a significant increase in hypnotizability following stimulation (active: P < 0.001; sham: P = 0.607). As such, modulation of trait hypnotizability is possible in humans using non-invasive neuromodulation. Our findings support a relationship between the inhibition of the left DLPFC and an increase in hypnotizability. Dose–response optimization of spaced SHIFT should be explored to understand the optimal dose–response relationship. ClinicalTrials.gov registration: NCT02969707.
Patologie/Applicazioni:
Anno:
2024
Tipo di pubblicazione:
Articolo
Parola chiave:
NIBS; stimolazione magnetica transcranica; TMS; ipnosi terapeutica; TMS Navigator
Testata scientifica:
Nature Mental Health
Mese:
01
Nota:
In questo studio è stata utilizzato il protocollo SHIFT (Stanford Hypnosis Integrated with Functional Connectivity-targeted Transcranial Stimulation), che sfrutta la stimolazione magnetica ripetitiva (rTMS) per inibire la corteccia prefrontale dorsolaterale sinistra (DLPFC), coinvolta nel processo di ipnosi. Preso un campione di 80 pazienti affetti da sindrome fibromialgica, un disturbo funzionale del dolore per il quale l'ipnosi è stata un'opzione terapeutica non farmacologica benefica dimostrata, gli studiosi hanno evidenziato che la stimolazione, erogata utilizzando un sistema MagPro X100 (MagVenture) con una bobina A/P Cool-B65, aumenta temporaneamente l'ipnotizzabilità nei partecipanti al gruppo attivo, rispetto a quelli nel gruppo sham. Questi risultati dimostrano che è possibile influenzare l'ipnotizzabilità nelle persone utilizzando una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva. Inoltre, questo protocollo di stimolazione potrebbe avere effetti rilevanti per quanto riguarda la responsività al trattamento contro psicopatologie.
DOI:
10.1038/s44220-023-00184-z

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